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IL TEBRO Che ammira il Signore D. GIO: PIETROFRANCHI di Pistoia Compositore di Musica, che sotto l'ombra dell' Eccellentissima Signora DUCHESSA DI ZAGAROLO Fà risplendere gloriosamente la sua Virtù nel Dramma INTITOLATO LA LIBERTÁ NELLE CATENE Nel Palazzo di Sua Eccellenza. Così parla.
SONETTO. A Risuelgliar le tempestose Idee Dell' algoso mio crin di nouo chiama Anfion vita nouella, e Roma acclama Quanto prima sognar le carte Achee.
Quante note egli fà tante Medee Vanno i Cori a incantare, onde la Fama Auezza allo stupor, stupida esclama Cedete al doce suon Corde Febee.
Mà più per Te, cui la Liguria onora, O GRAN LUME DEL LATIO, al paragone Egli vince Anfione, e Febo ancora.
Ed a tanta Virtù, che con ragione Così raro Fulgore illustra, indora, Ceda i suoi lauri il TEBRO oggi all' OMBRONE. Di Nicolo Maria Solyma
IN ROMA, Nella Stamperia della Reuerenda Camera Apostolica. 1690. CON LICENZA DE' SUPERIORI.