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pieni di spirito; due donne meridionali, assai loquaci che mangiano a gran bocconi no so più che cosa; una signora de la piccola borghesia che accompagna un suo figliolo, sottotenente di complemento d'artiglieria, tipo insignificante di snob rammollito. Fuori de la sala d'aspetto un gruppo di "internati", abitanti de le nostre terre strappate a l'austria. Sono slavi e parlano una loro lingua strana, rude e dolce, a volta a volta; povera gente di condizione più che modesta, contadini, forse, operai. Due uomini soltanto con loro; un giovanotto macilento che