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XC PER LA SOLENNIT g DEL BEATO FELICE DA CANTALICE CAPVCCINO m m m   S las S DA CAN  ALlUt AtVVIJNU    S  Inoccafionedi hauer data la vifla ad vn fan H ciullo Cieco Miracolo rapprefentato in vn Altare di Profpettiua nella Piazza Grimana dal Signor Cofimo Ber nardinelli Chirurgo SONETTO  ss Edi Auriga del dlgedi g onori g mm Dvn nuouo Sole i faggi folgoranti b g N che non fono i tuoi fulgidi ardori  Cieche pupille rifehiarar badanti ifS  Sono fol di FELICE eterni vanti B B m SI  g II fanciullo illuftrato   cui ben lice g Con merauiglia dellafTerrea mole g Tal prodigio narrar ecco il ridice g Oda il Mondo il tenor di mie parole Uombre fpariro in apparir FELICE Apri le luci e vidde fronte il Sole  L A ci Ch di luce Celede ampi Tefori Ond che  lumi in cecit penanti Da il vedere  e coni parte ifuoi fplendori g In Ro mi P cr Ignatio de Lazari  Con licenza de Superiori
XC PER LA SOLENNITA'  DEL BEATO FELICE DA CANTALICE CAPVCCINO  In occafione di hauer data la vifta ad vn fan- ciullo Cieco, Miracolo rapprefentato in vn' Altare di Profpettiua nella Piazza Grimana dal Signor Cofimo Ber- nardinelli Chirurgo. SONETTO. ss Edi ò Auriga del dìgedi gl' onori D'vn nuouo Sole à i Raggi folgoranti che non fono i tuoi fulgidi ardori  Cieche pupille à rifchiarar baftanti Sono fol di FELICE eterni vanti Ch' à fi luce Celefte ampi Tefori Ond' è che à lumi in cecità penanti Da il vedere, e comparte i fuoi fplendori. Il fanciullo illuftrato , à cui ben lice Con merauiglia della Terrea mole Tal prodigio narrar ecco il ridice. Oda il Mondo il tenor di mie parole L'ombre fpariro in apparir FELICE Aprij le luci, e vidde à fronte il Sole. L. A.C; In Roma , Per Ignatio de' Lazari, 1682.   Con licenza de' Superiori.

Latest revision as of 01:35, 13 December 2017

XC PER LA SOLENNITA' DEL BEATO FELICE DA CANTALICE CAPVCCINO In occafione di hauer data la vifta ad vn fan- ciullo Cieco, Miracolo rapprefentato in vn' Altare di Profpettiua nella Piazza Grimana dal Signor Cofimo Ber- nardinelli Chirurgo. SONETTO. ss Edi ò Auriga del dìgedi gl' onori D'vn nuouo Sole à i Raggi folgoranti Nò che non fono i tuoi fulgidi ardori Cieche pupille à rifchiarar baftanti Sono fol di FELICE eterni vanti Ch' à fi luce Celefte ampi Tefori Ond' è che à lumi in cecità penanti Da il vedere, e comparte i fuoi fplendori. Il fanciullo illuftrato , à cui ben lice Con merauiglia della Terrea mole Tal prodigio narrar ecco il ridice. Oda il Mondo il tenor di mie parole L'ombre fpariro in apparir FELICE Aprij le luci, e vidde à fronte il Sole. L. A.C; In Roma , Per Ignatio de' Lazari, 1682. Con licenza de' Superiori.